Lunedì, 05 Luglio 2021 10:17

Tornare insieme sul Corno alle Scale In evidenza

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Quando abbiamo contribuito a fondare il Comitato "un altro appennino è possibile", e quando abbiamo sostenuto la necessità di una V.I.A. per i nuovi impianti del Corno alle Scale, ci eravamo dati appuntamento per tornare a camminare insieme: con la bella stagione siamo quindi ripartiti, insieme a diversi partecipanti della campagna di crowdfunding Questa è la via!

Per molti di noi era già un'abitudine, per qualcuno è stata l'occasione per tornare in luoghi meno frequentati; per tutti è stato un modo per fermarsi a riflettere una volta in più su quali sarebbero le conseguenze di un cantiere in alta quota.

Insieme a diversi sostenitori della campagna ci siamo visti domenica 27, abbiamo lasciato un parcheggio del Cavone già affollato in direzione della Valle del Silenzio (nome poco originale, ma fedele alla sua natura: anche se raggiungibile in poco tempo dalla strada, il bosco e la conformazione riescono a fermare tutti i rumori estranei e a trascinarci in un altro mondo); da lì il passo della Porticciola ci ha permesso di salire, tra fiori e vaccinieti, fino alla croce del Corno alle Scale.
Lungo l'ultima parte di questa salita lo sguardo inizia ad allargarsi: alla nostra sinistra il sentiero erto ma affollato dei balzi dell'Ora, alla nostra destra una seggiovia funzionante ma quasi inutilizzata, sotto di noi le città toscane, e in lontananza il Tirreno con i profili di Elba, Corsica e Gorgona.
Dalla croce siamo arrivati a punta Sofia (la cima più alta del Corno alle Scale); da li siamo scesi al passo dello Strofinatoio prima di salire al Cupolino, ultima vetta e balcone panoramico privilegiato sui due versanti emiliano e toscano, sui sentieri della zona, sulle rive affollate del Lago Scaffaiolo. Da li non ci è rimasto che rientrare dalla val di Gorgo, costeggiando prima il lago.

Lungo tutto il percorso abbiamo incontrato camminatori con accenti emiliani, romagnoli e toscani, e non abbiamo potuto fare a meno di notare l'evidente scarto tra i camminatori incolonnati sui sentieri e i pochi fruitori della seggiovia in funzione: un altro segnale di come un turismo gentile e sostenibile sia già non solo possibile, ma cercato da moltissimi: siamo sicuri che le infrastrutture pesanti porterebbero altre persone quando c'è già un impianto quasi inutilizzato in loco, e che non allontanerebbero chi viene a cercare la bellezza di panorami naturali?